Nello Staff tecnico di Busnago Volley, c'è da quest’anno Manuela Leggeri, fresca vincitrice, con lo staff della Nazionale Italiana di Pallavolo della storica medaglia olimpica e dell'ultima edizione della VNL.
Le abbiamo chiesto di raccontarci l’avventura…
Intervista a Manuela Leggeri
a cura di Diego Donolato
Manuela è stata fortemente voluta dal commissario tecnico Julio Velasco, con lo scopo di portare la sua grande esperienza con la nazionale azzurra, della quale è stata anche capitano, e un punto di vista femminile all’ interno dello staff formato tra gli altri da Massimo Barbolini e Lorenzo Bernardi.
Abbiamo chiesto a Manuela di condividere con noi la sua esperienza da tecnico con la nazionale.
Nella tua intervista subito dopo la nomina ad assistente allenatrice della nazionale in vista di VNL e Giochi Olimpici hai dichiarato di sentirti come alla tua prima convocazione da giocatrice. Che sensazioni hai provato nei primi giorni in palestra, che aria si respirava?
“Lavorare con la nazionale è stato un onore immenso, e totalmente inaspettato." ha iniziato Manuela con aria sognante. "Quando ho ritirato il kit con la scritta ITALIA mi sono sentita al settimo cielo, ho rivissuto la gioia e l'orgoglio che provavo da giovane. Prima di iniziare questa avventura mi sono detta che la cosa più importante da fare sarebbe stata iniziare senza nessun pregiudizio. Sentivo la necessità di conoscere le ragazze una ad una e devo dire di aver trovato innanzitutto delle persone eccezionali e poi delle atlete davvero incredibili. La loro voglia di vincere è stata da subito contagiosa, e l’attenzione con la quale ascoltavano ogni suggerimento ce lo dimostrava ogni giorno. In palestra si respirava quotidianamente la loro voglia di migliorarsi e questa è stata una fonte di ispirazione per tutti noi dello staff tecnico.
Quanto è stata importante la partecipazione e la vittoria della VNL nell’avvicinamento alle olimpiadi?
“Sin dai primi giorni di ritiro, Velasco ci ha fatto capire che questo gruppo aveva bisogno di trovare fiducia nei propri mezzi e diventare una squadra in brevissimo tempo. E quindi, superata la prima tappa di Antalya e gli impegni ancora in essere con i vari club, le ragazze sono pian piano arrivate tutte. Vincere aiuta a vincere,” continua Manuela. “Ma, come ha detto anche Cate (ndr Caterina Bosetti), la nostra nazionale è la più forte da qualche anno. Serviva solo rendersene conto e fare ognuno un passo verso l’altra. La vittoria della VNL ci ha aiutati a sentire che eravamo sulla strada giusta e che, con il giusto spirito, tutto sarebbe stato possibile.”
Qual’ è stato, secondo te, l’ingrediente segreto che ha permesso alla nazionale di esprimersi ad un livello cosi alto e vincere la medaglia olimpica ?
“Sicuramente l’evoluzione da gruppo a squadra è stata una trasformazione determinante per raggiungere questo traguardo incredibile. Dico sempre alle mie atlete che non devono per forza essere amiche, ma che è importante invece essere squadra. Per gruppo intendo persone che sono anche amiche, in un gruppo si va d'accordo, si esce a cena e si fanno varie attività. In una squadra questo può essere un valore aggiunto ma non è determinante, una squadra è molto più di questo. Significa mettersi a disposizione, come individuo, per il bene comune, per l'obiettivo che tutti condividono e che quindi la squadra si è posta.”
Conclude Manuela con tono determinato: “Significa soprattutto sacrificarsi per il bene di tutti, saper fare un passo indietro quando serve, senza far mancare la propria identità, affiancandola a quella delle compagne.”
Tornando alle questioni tecniche, in cosa trovi che questa nazionale sia maturata di più nel passaggio da VNL all’Olimpiade?
“Io credo che siamo cresciute tantissimo nel gioco al centro, e da ex centrale, magari un po’ di parte, penso che la nostra Nazionale possa schierare uno dei reparti centrali più forti in assoluto. Trovo anche che siamo cresciute tantissimo sul rigiocare la palla senza sprecarla, mantenendo alta la concentrazione. Abbiamo saputo anche attaccare in palleggio quando serviva, abbiamo imparato ad avere pazienza nel costruire il punto, a non arrenderci alla prima azione, ma considerare più possibilità.
È stato fondamentale lavorare tanto sulla copertura e poi come anche Julio (Velasco ndr) ha sottolineato, abbiamo dedicato molto tempo alla battuta e alla ricezione ed introdotto nuovi concetti per variare la distribuzione del gioco. Anche se Paola e Kate sono importanti, ci sono altre ragazze che contribuiscono al team, guardate le prestazioni eccezionali di Miriam e Cate e l’apporto di tutte quelle che sono entrate dalla panchina! Siamo una squadra eccezionale!”.
C'è un messaggio che vorresti mandare alle giovani atlete di Busnago che sognano di raggiungere quegli stessi traguardi?
“Assolutamente sì! È importante non sentirsi mai appagate quando si entra in palestra. Mantenere sempre l’umiltà e la costante voglia di mettersi in discussione è fondamentale. È essenziale fissare piccoli obiettivi quotidiani, perché il successo non si raggiunge da un giorno all'altro ma attraverso costante impegno e duro lavoro in palestra. Bisogna imparare a concentrarsi su quei piccoli obiettivi ogni giorno, senza mai sentirsi arrivati e soprattutto continuare a sognare.
Anche se, in questo vado un pò in contrasto con il pensiero di Velasco, che dice di essere uno che non sogna ma che preferisce vivere il qui e adesso; io invece penso che sia importante coltivare i sogni. La mia esperienza mi ha insegnato questo, e alla fine della carriera da giocatrice posso dire di aver superato ogni mio sogno.
Quest'anno, in modo ancora più significativo, è giunta una chiamata inaspettata dalla Nazionale. Per questo ancora oggi posso continuare a sognare. Sono emozionata ora. Non vedo l’ora di conoscervi!”.